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Aggiornamento in Medicina
Nello studio GLAGOV, i pazienti con malattia coronarica, trattati con Evolocumab ( Repatha ), un inibitore di PCSK9, aggiunto al regime a base di statine, hanno presentato una maggiore riduzione nei parametri placca e nei livelli di colesterolo LDL, rispetto a coloro che hanno ricevuto placebo assieme alle statine.
Un totale di 968 pazienti con malattia coronarica valutata mediante angiografia ( età media 60 anni; 28% donne; livelli LDL medi al basale, 92.5 mg/dL ) provenienti da 197 Centri di diversi continenti, sono stati assegnati in modo casuale a ricevere una iniezione sottocutanea una volta al mese di Evolocumab 420 mg oppure placebo per 76 settimane.
Quasi tutti i soggetti arruolati erano in trattamento con le statine.
I criteri di inclusione comprendevano: livelli di LDL maggiori di 80 mg/dl oppure livelli di LDL di 60-80 mg/dL in presenza di 1-3 fattori di rischio cardiovascolare.
Al termine del preriodo di follow-up, 846 pazienti avevano dati di imaging valutabili.
L'esito primario era il cambiamento in percentuale del volume dell'ateroma dal basale a 78 settimane misurato mediante ecografia intracoronarica ( IVUS ).
Gli esiti secondari includevano il cambiamento del volume dell'ateroma totale e la percentuale di regressione della placca, in ciascun gruppo.
E’stata anche valutata la sicurezza e la tollerabilità.
I risultati sono stati pubblicati contemporaneamente su JAMA ( Journal of American Medical Assocation ).
Al termine del periodo di studio, i livelli medi di LDL ponderati nel tempo erano più bassi nel gruppo Evolocumab rispetto al gruppo placebo ( 36.6 mg/dL vs 93 mg/dL; differenza, -56.5 mg/dL; IC 95%, da - 59.7 a -53.4; P inferiore a 0.001 ).
Il volume percentuale dell'ateroma è aumentato dello 0.05% nel gruppo placebo, mentre è diminuito dello 0.95% nel gruppo Evolocumab ( differenza, -1%; IC 95%, da -1.8 a -0.64; P inferiore a 0.0001 ).
Il volume totale normalizzato dell'ateroma è sceso di 0.9 mm3 nel gruppo placebo e del 5.8 mm3 nel gruppo Evolocumab ( differenza -4.9 mm3; IC 95%, da -7.3 a -2.5; P inferiore a 0.0001 ).
La regressione della placca si è verificata più spesso nel gruppo Evolocumab rispetto al gruppo placebo.
La regressione del volume percentuale dell'ateroma è stata osservata nel 64.3% del gruppo Evolocumab contro il 47.3% del gruppo controllo ( differenza, 17%; IC 95%, 10.4-23.6; P inferiore a 0.0001 ), mentre è stata osservata una regressione del volume totale dell'ateroma nel 61.5% del gruppo Evolocumab contro 48.9% del gruppo controllo ( differenza, 12.5%; IC 95%, 5.9-19.2; P inferiore a 0.001 ).
E’stata anche condotta una analisi esplorativa dei sottogruppi dei pazienti che avevano LDL al basale inferiore a 70 mg/dL.
In questa coorte, il gruppo placebo aveva un valore medio LDL, pre-dose, di 70.6 mg/dl e un livello LDL medio post-dose di 65.5 mg/dL, mentre il gruppo Evolocumab aveva un livello medio LDL pre-dose di 24 mg/dL e un livello LDL medio post-dose di 15 mg/dL.
In questo sottogruppo, i pazienti assegnati a Evolocumab hanno presentato una riduzione del volume percentuale dell'ateroma dell’1.97% ( p inferiore a 0.0001 ), e l’81.2% ha presentato una regressione della placca.
Gli eventi avversi clinici sono risultati numericamente più bassi nel gruppo Evolocumab.
Non sono stati osservati segnali di eccesso di diabete mellito di nuova insorgenza, eventi neurocognitivi o mialgia. ( Xagena2016 )
Fonte: American Heart Association ( AHA ) Scientific Sessions, 2016
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