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Aggiornamento in Medicina
Uno studio pilota ha mostrato che oltre a ridurre la pressione sanguigna, la denervazione renale mediante catetere potrebbe rallentare e addirittura fermare il declino della funzione renale nei pazienti con ipertensione resistente al trattamento e malattia renale cronica.
L'ipertensione arteriosa è un importante fattore di rischio di declino della funzione renale nel tempo; il raggiungimento degli obiettivi ottimali di pressione ha dimostrato di preservare la funzione renale.
Hanno preso parte allo studio 15 pazienti ( età media, 66 anni ) con ipertensione resistente al trattamento con almeno tre farmaci antipertensivi ( pressione maggiore o uguale a 140/90 mmHg; confermata dal monitoraggio di 24 ore: pressione maggiore o uguale a 130/80 mmHg ), e con malattia renale cronica di stadio 3 e 4.
I pazienti sono stati sottoposti a denervazione renale mediante catetere Symplicity Flex.
In media, i pazienti erano stati trattati con 5.8 farmaci antipertensivi, e circa il 75% soffriva di diabete mellito di tipo 2.
A 1 anno, la pressione a livello brachiale si è ridotta di 26/6 mmHg ( pressione sistolica p=0.004; pressione diastolica p=0.079 ), pressione sistolica aortica di 24 mmHg ( P=0.001) e la pressione media sistolica, misurata per 24 ore, di 13 mmHg (P=0.028 ).
Prima della denervazione renale, il declino della velocità di filtrazione glomerulare stimata ( eGFR ) era pari a -5.6 mL/min/1.73m2 all'anno.
Dopo la denervazione renale, eGFR è rimasto stabile o addirittura è aumentato ( valori medi, basale, 47.0 mL/min/1.73m2; a 1 anno, 49.2 mL/min/1.73m2 ), con una differenza significativa riportata tra cambiamento di eGFR prima e dopo la terapia ( -5.6 vs 2.2 mL/min/1.73m2 per anno; P=0.021 ).
Nessun paziente è andato incontro a un raddoppio dei livelli di creatinina sierica o è stato necessario ricorrere alla dialisi dopo la denervazione renale. ( Xagena2013 )
Fonte: American Heart Association ( AHA ) - Scientific Sessions, 2013
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