Cardiologia Highlights
Aggiornamento in Medicina
Quasi il 50%dei pazienti con insufficienza cardiaca presenta una frazione d’eiezione ventricolare sinistra di almeno il 45%, ma nessuna terapia ha mostrato di migliorare l’outcome ( esito ) di questi pazienti.
I Ricercatori dello studio I-PRESERVE hanno studiato gli effetti dell’Irbesartan ( Aprovel, Karvea ) nei pazienti con questa sindrome.
Sono stati arruolati 4.128 pazienti che avevano almeno 60 anni d’età e che presentavano una classe NYHA II-IV ed una frazione d’eiezione di almeno il 45%.
Questi pazienti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere 100 mg/die di Irbesartan o placebo.
L’endpoint composito primario era rappresentato dalla mortalità per qualsiasi causa o ospedalizzazione per una causa cardiovascolare ( insufficienza cardiaca, infarto miocardico, angina instabile, aritmia o ictus).
Gli endpoint secondari comprendevano morte o ospedalizzazione per insufficienza cardiaca, morte per qualsiasi causa e per cause cardiovascolari e qualità di vita.
Nel corso del periodo osservazionale di 49.5 mesi, l’endpoint primario è stato raggiunto da 742 pazienti nel gruppo Irbesartan e 743 nel gruppo placebo.
La percentuale dell’evento primario nel gruppo Irbesartan e nel gruppo placebo è stata, rispettivamente, di 100.4 e 105.4 per 1.000 pazienti anno ( hazard ratio, HR=0.95; p=0.35 ).
L’incidenza generale di morte era, rispettivamente, di 52.6 e 52.3 per 1.000 pazienti-anno, tra pazienti trattati con Irbesartan o con placebo ( HR=1; p=0.98 ).
L’incidenza di ospedalizzazione per cause cardiovascolari, che aveva contribuito all’outcome primario è stata pari a 70.6 e 74.3 per 1.000 pazienti anno/rispettivamente ( hazard ratio=0.95, p=0.44 ).
In conclusione, Irbesartan non ha migliorato gli outcome dei pazienti con insufficienza cardiaca e con frazione d’eiezione ventricolare sinistra preservata. ( Xagena2008 )
Massie BM et al, N Engl J Med 2008; Online first
Cardio2008 Farma2008