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Il duplice blocco del sistema renina-angiotensina nello scompenso cardiaco e ipertensione non è raccomandato


L’ampio impiego degli ACE-inibitori nella ipertensione e nella insufficienza cardiaca ha fatto ipotizzare un miglioramento degli esiti con l’aggiunta di un secondo farmaco in grado di bloccare il sistema renina-angiotensina.
Tuttavia non esiste alcuna evidenza clinica che il duplice blocco sia utile.

Nei soli Stati Uniti più di 200.000 pazienti attualmente ricevono questa duplice terapia.

Ricercatori della Columbia University e della New York University negli Stati Uniti hanno compiuto una meta-analisi, che ha mostrato che il doppio blocco del sistema renina-angiotensina non produce alcun miglioramento sulla mortalità, ma è associato a una più alta incidenza di importanti eventi avversi.

La meta-analisi è stata effettuata su più di 68.000 pazienti arruolati in studi clinici che avevano messo a confronto il duplice blocco del sistema renina-angiotensina con la monoterapia.
Non è stata trovata alcuna differenza significativa tra i gruppi riguardo alla mortalità per qualsiasi causa o alla mortalità cardiovascolare, anche se il doppio blocco è stato associato a una riduzione significativa del 18% nel ricovero ospedaliero per scompenso cardiaco ( mortalità generale: risk ratio, RR=0.97; mortalità cardiovascolare: RR=0.96; ricovero ospedaliero per insufficienza cardiaca: RR=0.82 ).

Sono stati riscontrati significativi incrementi della iperkaliemia e una maggiore incidenza di ipotensione e di insufficienza renale.
I pazienti in trattamento con il doppio blocco hanno anche presentato una maggiore probabilità di interruzione dalla terapia a causa di eventi avversi ( iperkaliemia: RR=1.55; ipotensione: RR=1.66; insufficienza renale: RR=1.41; ritiro a causa di eventi avversi: RR=1.27 ).

Dallo studio è emerso che sebbene il duplice blocco del sistema renina-angiotensina possa avere effetti apparentemente positivi su alcuni endpoint surrogati, la doppia terapia non è riuscita a ridurre la mortalità ed è risultata associata a un rischio eccessivo di eventi avversi come iperpotassiemia, ipotensione e insufficienza renale, rispetto alla monoterapia.
Il rapporto rischio-beneficio non è, pertanto, favorevole all'uso della duplice terapia. ( Xagena2013 )

Fonte: British Medical Journal, 2013


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