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Aggiornamento in Medicina
In alcuni studi, la tromboembolia venosa è stata associata ad aterosclerosi e al rischio di eventi cardiovascolari arteriosi, come infarto miocardico ed ictus.
In altri studi, tuttavia, questa associazione non è stata documentata.
Uno studio, coordinato da Ricercatori dell’Aarhus University Hospital in Danimarca, ha valutato il rischio di eventi cardiovascolari arteriosi nei pazienti, a cui era stata diagnosticata tromboembolia venosa.
I dati sono stati ottenuti dai database danesi.
Dopo aver escluso i soggetti con malattia cardiovascolare nota, i Ricercatori hanno valutato il rischio di infarto miocardico e di ictus su 25.199 pazienti con trombosi venosa profonda, 16.925 pazienti con embolia polmonare e 163.566 controlli.
Per i pazienti con trombosi venosa profonda, il rischio relativo variava da 1.60 per l’infarto miocardico a 2.19 per l’ictus nel primo anno dopo l’evento trombotico.
Mentre per i pazienti con embolia polmonare, il rischio relativo era 2.60 per l’infarto miocardico e 2.93 per l’ictus.
I rischi relativi sono aumentati durante i successivi 20 anni di follow-up, con incrementi del rischio di eventi cardiovascolari arteriosi del 20-40%.
Lo studio ha mostrato che i pazienti con tromboembolia venosa presentano un sensibile aumento, nel lungo periodo, del rischio di successivi eventi cardiovascolari arteriosi. ( Xagena2007 )
Toft Sorensen H et al, Lancet 2007; 370: 1773-1779
Cardio2007