Cardiologia Highlights
Aggiornamento in Medicina
L’anemia è nota essere un marcatore prognostico nei pazienti con insufficienza cardiaca.
Tuttavia, poco è conosciuto riguardo al valore prognostico delle variazioni dei valori di emoglobina ( Hb ) nel tempo o sulle cause dell’anemia.
L’analisi retrospettiva dei dati dello studio Val-HeFT ( Valsartan Heart Failure Trial ) ha indicato che i pazienti nel quartine con la maggiore riduzione dei valori di emoglobina nell’arco di 12 mesi ( da 14,2 a 12,6 g/dL ) hanno presentato un aumento significativo del rischio di successiva ospedalizzazione ( hazard ratio, HR: 1,47 ), di morbidità ( HR = 1,41 ) e di morte ( HR = 1,6 ), rispetto ai pazienti nel quartile con il più piccolo cambiamento dell’emoglobina nei 12 mesi ( da 13,7 a 13,8 g/dL ).
Un aumento dell’emoglobina era associato in modo significativo ad una più bassa mortalità nei pazienti con ( HR = 0,78 ) e senza ( HR = 0,79 ) anemia al basale.
L’anemia al basale e le variazioni dei livelli di emoglobina sono risultati associati in modo indipendente all’albumina sierica, alla pressione sanguigna, alla velocità di filtrazione glomerulare, al peptide natriuretico di tipo B e alla proteina C reattiva.
La mancanza di anemia al basale e l’aumento dei valori di emoglobina nell’arco di 12 mesi non erano associati a più piccoli diametri ventricolari sinistri, oppure a più alte frazioni d’eiezione.
I dati dello studio hanno mostrato che le variazioni nei livelli di emoglobina nell’arco di 12 mesi sono inversamente associate a successivi rischi di mortalità e di morbidità, indipendentemente dall’ anemia al basale e da altri importanti predittori.
Diversi fattori erano indipendentemente correlati all’anemia al basale e ai cambiamenti nei valori dell’emoglobina, indicando che le cause dell’anemia nei pazienti con insufficienza cardiaca sono multiple. ( Xagena2005 )
Anand IS et al, Circulation 2005; 112: 1121-1127
Cardio2005