Cardiologia Highlights
Aggiornamento in Medicina
La terapia di risincronizzazione cardiaca ( CRT ) è una terapia efficace nei pazienti con scompenso cardiaco sintomatico, refrattario ai farmaci, con intervallo QRS prolungato e bassa frazione d’eiezione.
I dati nel lungo periodo della terapia di risincronizzazione cardiaca sulla tolleranza all’esercizio e sulla progressione della malattia sono piuttosto limitati, e nella maggior parte dei casi si riferiscono a pazienti in ritmo sinusale.
La fibrillazione atriale permanente è un’aritmia comune nei pazienti con insufficienza cardiaca ed è associata ad un aumento della morbilità e della mortalità.
L’ablazione della giunzione atrioventricolare sembra ottimizzare la terapia di risincronizzazione cardiaca, producendo un effetto di risincronizzazione.
Uno studio si è posto l’obiettivo di verificare l’effetto della risincronizzazione cardiaca sulla sopravvivenza nel lungo periodo nei pazienti con insufficienza cardiaca e fibrillazione atriale permanente, rispetto ai pazienti in ritmo sinusale.
Inoltre è stato esaminato l’impatto dell’ablazione della giunzione atrioventricolare sulla sopravvivenza nel lungo periodo in un’ampia popolazione di pazienti con fibrillazione atriale, sottoposta a terapia di risincronizzazione cardiaca.
Sono stati impiegati i dati dello studio MILOS ( Multicenter Longitudinal Observational Study ), comprendente i dati di 1.305 pazienti consecutivi, sottoposti ad impianto di pacemaker CRT ( CRT-P ) o di un defibrillatore CRT ( CRT-D ), tra il 1995 ed il 2004 in 2 Centri in Italia e 2 in Germania.
I risultati dello studio hanno mostrato l’importanza dell’ablazione della giunzione atrioventricolare sulla sopravvivenza nel lungo periodo nei pazienti con fibrillazione atriale, trattati con la terapia di risincronizzazione cardiaca.
Nel lungo periodo, la sopravvivenza dei pazienti con insufficienza cardiaca refrattaria ai farmaci, con fibrillazione atriale permanente e ritardo di conduzione ventricolare sinistro, trattati con terapia di risincronizzazione cardiaca, ha migliorato in modo significativo la mortalità generale nel lungo periodo, rispetto alla sola terapia di risincronizzazione cardiaca, soprattutto riducendo la mortalità per insufficienza cardiaca. ( Xagena2007 )
Fonte: European Society of Cardiology ( ESC ) – Congress, 2007
Cardio2005