Cardiologia Highlights
Aggiornamento in Medicina
Uno studio ha mostrato che 1 paziente su 4 sviluppa scompenso cardiaco entro 4 anni da un primo infarto miocardico; il rischio aumenta con l’aumentare dell'età e in presenza di uno stato di deprivazione socio-economica.
Sono stati impiegati i dati del programma CALIBER, e analizzate le cartelle cliniche di 24.745 adulti che hanno subito un primo infarto miocardico tra il 1998 e il 2010.
Sono stati inclusi solo i pazienti senza storia di insufficienza cardiaca.
Il periodo di follow-up è stato di 3.7 anni.
Nel complesso, 6.005 ( 24.3% ) pazienti hanno sviluppato insufficienza cardiaca entro la fine del follow-up.
La sopravvivenza dopo infarto miocardico è migliorata grazie alla procedura PCI ( intervento coronarico percutaneo ), ma ora più persone sopravvissute all’infarto stanno sviluppando insufficienza cardiaca.
L'età e lo status socio-economico sembrano svolgere un ruolo nello sviluppo di insufficienza cardiaca dopo infarto miocardico in questa popolazione.
Il rischio di scompenso cardiaco risulta aumentato per ogni aumento di 10 anni di età ( hazard ratio, HR = 1.45; IC 95%, 1.41-1.49 ).
Inoltre, i pazienti con una maggiore deprivazione socioeconomica hanno presentato un incremento del rischio di scompenso cardiaco ( quinto versus primo quintile; HR = 1.27; IC 95%, 1.13-1.42 ).
Altri fattori erano associati a un più alto rischio di sviluppo di scompenso cardiaco dopo il primo infarto miocardico: diabete mellito ( HR=1.44; IC 95%, 1.34-1.55 ), fibrillazione atriale ( HR=1.63; IC 95%, 1.51-1.75 ), arteriopatia periferica ( HR=1.38; IC 95%, 1.26-1.51 ), malattia polmonare ostruttiva cronica ( HR=1.28; IC 95%, 1.17-1.4 ) e ipertensione ( HR=1.16; IC 95%, 1.09-1.23 ).
L'identificazione di questi fattori prognostici nei pazienti che hanno subito un infarto miocardico potrebbe aiutare a prevedere il rischio di sviluppo di insufficienza cardiaca. ( Xagena2016 )
Fonte: Heart Failure 2016 & 3rd World Congress on Acute Heart Failure, 2016
Cardio2016