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Risultati a lungo termine dello stenting rispetto a endoarteriectomia per stenosi delle carotidi


Nello studio CREST ( Carotid Revascularization Endarterectomy versus Stenting Trial ), non è stata trovata alcuna differenza significativa tra il gruppo di stenting e il gruppo di endoarteriectomia rispetto all’endpoint primario composito di ictus, infarto miocardico o morte durante il periodo periprocedurale o di un successivo ictus ipsilaterale durante 4 anni di follow-up.

I risultati sono stati estesi a 10 anni.

Tra i pazienti con stenosi carotidea che erano stati assegnati in modo casuale a impianto di stent ( stenting ) o a endoarteriectomia, sono stati valutati i risultati ogni 6 mesi fino a 10 anni presso 117 Centri.

Oltre a valutare l'endpoint composito primario, è stato valutato l'endpoint primario dello studio di estensione a lungo termine, che era l’ictus ipsilaterale dopo il periodo periprocedurale.

Tra 2.502 pazienti, non vi è stata alcuna differenza significativa nel tasso dell’endpoint primario composito tra il gruppo stenting ( 11.8% ) e il gruppo di endoarteriectomia ( 9.9% ) in 10 anni di follow-up ( hazard ratio, HR=1.10 ).

Per quanto riguarda l’endpoint primario a lungo termine, l’ictus ipsilaterale postprocedurale in 10 anni di follow-up si è verificato nel 6.9% dei pazienti nel gruppo stenting e nel 5.6% di quelli nel gruppo endoarteriectomia; i tassi non hanno mostrato differenze significative tra i due gruppi ( HR=0.99 ).

Non sono state rilevate differenze significative tra i gruppi rispetto a un endpoint quando i pazienti sintomatici e i pazienti asintomatici sono stati analizzati separatamente.

In conclusione, in 10 anni di follow-up, non è stata trovata una differenza significativa tra i pazienti sottoposti a impianto di stent e quelli sottoposti a endoarteriectomia rispetto al rischio di ictus periprocedurale, infarto miocardico o morte, e successivo ictus ipsilaterale.
Anche il tasso di ictus ipsilaterale postprocedurale non è risultato differente tra i due gruppi. ( Xagena2016 )

Brott TG et al, N Engl J Med 2016; 374: 1021-1031

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